Un avvocato può fare il procuratore sportivo?

Un avvocato può fare il procuratore sportivo?

Agli avvocati iscritti all’Albo Professionale, è consentito operare come agente sportivo  senza necessità di iscriversi al Registro degli Agenti Sportivi.

Ciò grazie ad una legge dello Stato (la stessa istitutiva del suddetto Registro) che, in quanto di rango superiore, non può essere messa in discussione da eventuali interpretazioni di regolamenti federali.

Difatti, il nuovo Regolamento Agenti Sportivi F.I.G.C., all’articolo 5.4, comma 2 recita testualmente:

Ai calciatori ed ai club è vietato avvalersi dell’opera di un soggetto non iscritto al Registro federale o alla sezione speciale, salvo che si tratti di un avvocato regolarmente iscritto nel relativo Albo Professionale, in conformità alla normativa statale e sportiva vigente. In tal caso permangono comunque gli obblighi di deposito di cui al successivo art. 5.7”.

Un professionista legale può diventare l’agente di un calciatore? Come si diventa procuratori sportivi? Quali sono i requisiti per accedere all’esame?

L’avvocato è un libero professionista che, a seguito di un percorso di studi piuttosto lungo, fatto anche di pratica e di un esame d’abilitazione, può esercitare la professione forense, cioè può patrocinare le cause dei propri clienti davanti ai giudici. Non solo: l’avvocato può compiere la propria attività anche fuori delle aule di giustizia, stipulando accordi volti a definire le controversie di cui sono parte i propri assistiti: basti pensare alla delicata attività di negoziazione assistita che da qualche hanno i legali sono chiamati a svolgere. Ma c’è ancora dell’altro: l’avvocato potrebbe prestare i propri servigi agli atleti che hanno bisogno di assistenza per stipulare un contratto avente ad oggetto una prestazione sportiva. Ciò ci rimanda al tema del presente articolo: l’avvocato può fare il procuratore sportivo?

Senza ombra di dubbio la figura del procuratore è divenuta famosa in Italia grazie agli agenti dei calciatori, i quali si offrono di intermediare con facoltose società di calcio per strappare condizioni vantaggiose per i propri assistiti. Alcuni di essi sono divenuti delle vere e proprie celebrità, al pari dei loro clienti. Per tale ragione, l’attività di procuratore sportivo è divenuta molto ambita, tanto che molti legali si stanno chiedendo: un avvocato può fare il procuratore sportivo? Quali requisiti occorrono per poter svolgere questo mestiere? Prosegui nella lettura se vuoi conoscere la risposta a queste domande.

Procuratore sportivo: chi è?

Il procuratore sportivo (o agente) è quella persona che cura gli interessi del proprio assistito in ambito sportivo. Il suo lavoro consiste prevalentemente nel far ottenere al cliente un contratto di lavoro, dietro corresponsione di una percentuale sull’ingaggio.

La definizione migliore di procuratore sportivo è fornita dalla legge [1] la quale, nel regolamentare l’iscrizione di tali agenti nell’apposito registro nazionale conservato presso il Coni, dice che il procuratore sportivo è colui che mette in relazione due o più soggetti ai fini:

della conclusione, della risoluzione o del rinnovo di un contratto di prestazione sportiva professionistica;
della conclusione di un contratto di trasferimento di una prestazione sportiva professionistica;
del tesseramento presso una federazione sportiva professionistica.
In poche parole, il procuratore sportivo cerca lavoro al proprio assistito, fungendo da suo intermediario presso società che siano interessate ad assumerlo. Oltre a gestire i contratti degli atleti, spesso i procuratori curano spesso anche le loro relazioni pubbliche, i diritti di immagine, le pratiche fiscali, ecc.

Come si diventa procuratori sportivi?

Secondo l’ordinamento giuridico italiano, per diventare procuratori sportivi occorre iscriversi presso il Registro nazionale degli agenti sportivi, previo superamento di un esame di abilitazione. Dunque, non tutti possono diventare agenti sportivi, ma soltanto coloro che hanno sostenuto e superato un esame abilitativo.

Per accedere all’esame per diventare procuratore sportivo è necessario avere come titolo di studio almeno un diploma di scuola superiore, essere di nazionalità italiana o di un altro Paese dell’Unione Europea, non aver riportato condanne per reati dolosi nell’ultimo quinquennio e possedere i diritti politici e civili; inoltre, non si deve essere un tesserato Coni, né un allenatore calciatore o dirigente.

Le prove dell’esame di abilitazione riguardano la conoscenza del diritto dello sport, degli istituti fondamentali di diritto amministrativo e privato. C’è inoltre una seconda prova che consiste nella redazione di un saggio o in un esame orale riguardo la normativa federale sui tesseramenti.

Chi supera l’esame abilitativo può chiedere di essere iscritto al Registro degli Agenti Sportivi. Per fare ciò, occorre inviare al Coni la richiesta, a cui si appone una marca da bollo da 250,00 €, assieme al certificato rilasciato dalla federazione.

Il Coni provvederà a rilasciare il tesserino che comprende le discipline nel cui ambito l’agente sportivo è chiamato ad operare. Per rimanere iscritti bisogna rinnovare l’iscrizione ogni anno versando nuovamente la quota annuale di 250,00 €.

Inoltre sugli agenti vige l’obbligo della partecipazione ai corsi di aggiornamento professionale ogni anno, pena l’esclusione dal registro.

L’avvocato può essere un procuratore sportivo?

Veniamo finalmente al quesito di fondo dell’articolo: un avvocato può fare il procuratore sportivo? La risposta è assolutamente positiva: un avvocato può anche essere agente di uno o più atleti. Ma non solo: l’avvocato, in quanto professionista già abilitato, non è nemmeno tenuto a sostenere l’esame!

In altre parole, un avvocato può chiedere di essere iscritto al Registro nazionale degli agenti sportivi semplicemente dimostrando di possedere i requisiti necessari alla partecipazione all’esame abilitativo (cittadinanza italiana, fedina penale pulita, ecc.).

Ovviamente, una volta divenuto procuratore sportivo, l’avvocato dovrà rispettare le altre condizioni previste per la permanenza, tipo quella di seguire puntualmente i corsi di formazione annuali.

Gli unici problemi che potrebbero sorgere per l’avvocato che sia anche procuratore sportivo riguardano le modalità del compenso. Come detto, in genere gli agenti degli atleti vengono sono pagati in percentuale sulla base dell’ingaggio “strappato” alla società che assume lo sportivo: più alto sarà lo stipendio, più alta sarà la commissione per l’avvocato.

Tuttavia, tale modalità di pagamento si scontra con il divieto di patto quota lite che, con determinate modalità, vige per gli avvocati. Per approfondire questo specifico argomento, ti rinvio alla lettura di questo articolo.

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